Argentina 'bicampeón' de America: una vittoria da fine ciclo?

By Francesco Castorani

È successo ancora, come nel biennio 1991-93. Solo che tra laCopa America del 2021 e la Copa America del 2024, c'è un Mondiale in Qatar nel 2022 che rimarrà per sempre come uno dei picchi più alti della storia albiceleste. La sensazione che ogni cosa tornasse al suo posto naturale l'abbiamo percepita chiaramente quando il rigore di Montiel ha gonfiato la rete di Lloris e Lionel Messi è caduto sulle ginocchia in un'esultanza diventata iconica in brevissimo tempo.

Il ciclo dell'Argentina, Campione del Mondo in carica e ora bicampeón della Copa America, ha assunto quei tratti di perfezione che in Europa avevano toccato la Spagna nel 2012. È durato la metà del tempo, 3 anni invece che 6, e la domanda, ora, è se sia davvero terminato.

L'addio del Fideo Angel Di Maria

Le lacrime sono state prima di Lionel Messi per aver abbandonato la partita a causa di una vistosa distorsione alla caviglia. Lacrime di dolore che in questi casi, con la Coppa in mano, sono sicuramente preferibili a quelle d'addio. Meno intense, specifiche a una situazione curabile in qualche giorno, settimana o mese.

Argentina v Colombia - CONMEBOL Copa America USA 2024: Final | Carmen Mandato/GettyImages

Lionel Messi piange perché impossibilitato ad aiutare i suoi amici più fedeli, costretto a guardarli per il resto del tempo dalla panchina senza aver inciso in campo. È lui, come accade ormai da 20 anni, il protagonista principale di qualunque partita disputi. Tuttavia, nella notte di Miami, gran parte del protagonismo ha virato anche verso la leggenda Angel Di Maria. La fascia sul suo braccio nel momento dell'uscita dal campo di Messi e la consapevolezza, chiarita molto tempo prima, che la Finale della Copa America sarebbe stata la su ultima partita in albiceleste.

Ha sfiorato il gol in un paio di occasioni e ha poi festeggiato nel secondo tempo supplementare la gioia di Lautaro Martinez e di un popolo che ormai da diversi anni è incapace di perdere. Scaloni, conducente impeccabile di un treno che viaggia senza fermate, si è accostato per far scendere il Fideo tra le lacrime e gli applausi di tutti i presenti.

Il cambio con Nicolas Otamendi a qualche minuto dal termine era una situazione immaginata prima e realizzata soltanto quando il sorriso si era ormai inevitabilmente allungato sui volti dei protagonisti. Anche il centrale difensivo, per ragioni d'età, potrebbe lasciare la Nazionale, soprattutto dopo la celebrazione di Lionel Messi al momento di alzare il trofeo.

Se Scaloni, con scelte al tempo impopolari come Mac Allister, Julian Alvarez, Montiel o Enzo Fernandez, ha dimostrato che non esistono troppe gerarchie, diverso è il discorso relativo alla gratitudine e al rispetto. Una squadra capace di festeggiare anche con chi ne ha fatto parte fino a un certo punto (Kun Aguero, Papu Gomez, Dybala), un gruppo che non dimentica e non lascia indietro dovrà presto abituarsi agli addii più significativi.

Ritardare la transizione al nuovo ciclo

Chiunque dia per certo che Lionel Messi ci sarà o non ci sarà nel Mondiale in programma nel 2026 tra Stati Uniti, Messico e Canada, probabilmente sta vendendo come verità delle ipotesi basate sulla speranza di vederlo ancora. Il 10 argentino non ha comunicato ufficialmente quando lascerà la Nazionale e se ha intenzione di rimanervi per altri due anni.

Nonostante i dubbi sul 10 che, almeno con Scaloni, potrà scendere in campo sempre, l'Albiceleste dovrà ragionare su come operare una transizione non ancora avviata. Il gruppo non è giovane e i veterani Otamendi e Di Maria faranno spazio a calciatori consolidati e di prospettiva. La coppia Cuti Romero-Lisandro Martinez è da diverso tempo la titolare in difesa, mentre le opzioni per sostituire il Fideo si articolano nell'allargamento di Julian Alvarez, nella promozione di Nico Gonzalez o ancora nella speranza che Alejandro Garnacho possa presto spiccare il volo.

Argentina v Colombia - CONMEBOL Copa America USA 2024: Final | BSR Agency/GettyImages

Per quanto riguarda il resto del gruppo, toccare il meno possibile è probabilmente la scelta più giusta da fare. La Scaloneta sembra guidata da un'inspiegabile mistica che le impedisce di perdere, che trasforma i suoi calciatori permettendogli di rendere più con la maglia albiceleste che con quella del proprio club. Se dopo la conquista della seconda Copa America consecutiva si ha la certezza che un ciclo così non potrà mai ripetersi, tanto vale prolungarlo per divertirsi ancora un po'.


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