Cosa può dare Nicolas Valentini alla Fiorentina? Profilo del prossimo difensore viola

By Matteo Baldini

Come nel caso di Moise Kean, per quanto riguarda l'attacco, anche il secondo acquisto dell'estate viola - valido per la difesa - fa parte di quel novero di giocatori tornati spesso nelle voci di mercato connesse alla Fiorentina: Nicolas Valentini, accostato di recente anche alla Roma, raggiungerà Firenze (resta da capire se a breve, tramite indennizzo, o a gennaio) per mettersi a disposizione di Palladino. Il binomio che lega i viola all'Argentina si rinsalda dunque, un legame dotato di riflessi storici evidenti ma connesso anche al presente, con Martinez Quarta, Nico Gonzalez e Beltran come rappresentanti dell'Albiceleste già presenti nel club gigliato.

Il profilo di Valentini e cosa darà alla Fiorentina

Al di là dell'ovvio riferimento alla tradizione argentina in maglia viola ci s'interroga su quale sia il potenziale contributo di Valentini alla causa gigliata, quali caratteristiche aggiungerà alla retroguardia e quali aspetti dovrà necessariamente perfezionare. Partiamo dalle certezze: Palladino ha spiegato di voler partire dalla difesa a tre, accantonando dunque quanto fatto negli ultimi mesi a Monza, e in questo senso il discorso numerico richiedeva comunque un colpo (situazione poi complicata ulteriormente dall'addio di Milenkovic). Valentini andrà dunque a riempire uno spazio e, verosimilmente, si alternerà a Ranieri come braccetto di sinistra nel corso della stagione, con la necessità e il tempo per ambientarsi in un nuovo contesto. Il problema numerico, chiaramente, resterebbe un nodo da risolvere qualora Valentini arrivasse solo a gennaio: Palladino resterebbe solo coi due giovani come alternative a Ranieri, Quarta e al prossimo sostituto di Milenkovic.

Nicolas Valentini | Alexandre Schneider/GettyImages

Il processo di ambientamento sarà necessario anche valutando le caratteristiche di un calciatore spesso irruento, dal gioco aggressivo, arcigno in marcatura e coraggioso quando si tratta di entrare sull'avversario: doti tipicamente associate al contesto argentino ma che, in Italia, possono portare in dote un bagaglio importante di ammonizioni. Valentini è stato indicato da Burdisso, ex DS viola fresco di addio, come il "miglior difensore del calcio argentino" ed è una benedizione rilevante anche considerando il riferimento contestuale: quello legato appunto al calcio argentino, con dinamiche e situazioni ben diverse rispetto a quelle che viviamo nel Vecchio Continente, a maggior ragione valutando l'approccio difensivo delle squadre e dei singoli. L'arrivo di Valentini in viola deve legarsi alla volontà di intercettare un'ipotesi low-cost di grande difensore, lo dimostra anche il contratto particolarmente lungo siglato dal classe 2001 (fino al 2009): si tratta a conti fatti di un affare, senza necessità di investire per il cartellino se non in forma d'indennizzo per averlo prima di gennaio.

Accanto al riconoscimento di Burdisso, pronto a sottolinearne le doti, si citano infatti le tante voci (ancor più frequenti) chelo indicano come "acerbo" rispetto al contesto europeo, con la necessità di affinarsi sia tatticamente che tecnicamente. Non s'individuano in Valentini particolari concessioni allo stile o alla voglia di "costruire", pur non avendo un sinistro disprezzabile, e in questo senso il distacco da Martinez Quarta è palese (pur con la stessa irruenza tutta argentina che talvolta emerge anche nel Chino). Al contempo occorrerà valutare la possibilità di ambientarsi in una squadra che potrebbe trovarsi spesso a difendere più alta rispetto al Boca, lasciando molto più spazio alle sue spalle. Nel complesso si può considerare come il rapporto qualità-prezzo giustifichi pienamente la mossa dei viola, senza immaginare però un impatto immediato di Valentini (neanche qualora il suo arrivo venisse anticipato) o un elemento in grado di far fare il definitivo salto di qualità al reparto rispetto alla sua conformazione attuale.


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